La prima scoperta di un esopianeta risale alla fine degli anni ’80, ma il suo avvistamento sarà confermato solo molti anni dopo.
La notizia del primo pianeta extrasolare in orbita attorno ad una stella di tipo solare si ebbe nell’ottobre 1995 da parte di Michel Mayor e Didier Queloz, Premi Nobel per la Fisica 2019, con la scoperta di 51 Pegasi b.
La difficoltà nelle osservazioni nasce dalla natura di questi oggetti: i pianeti non brillano di luce propria come le stelle e il loro avvistamento diretto si rivela complicato. Nel corso del tempo i ricercatori hanno messo a punto metodi di osservazione indiretta, con cui seguire le tracce della presenza di un pianeta.
Una delle strategie più utilizzate prevede lo studio della luce di una stella: se, per esempio, la luce osservata diminuisce è probabile che un oggetto stia passando davanti alla stella, oscurandola in parte alla nostra vista. Questo metodo di indagine è noto come metodo dei transiti e dallo studio della curva di luce della stella è possibile determinare il raggio del pianeta, una volta noto il raggio della stella.
ARIEL
ARIEL (Atmospheric Remote-sensing Infrared Exoplanet Large-survey), il cui lancio è previsto nel 2029, ha un obiettivo molto preciso: studiare le atmosfere planetarie, osservando oltre mille pianeti. In particolare, ARIEL si focalizzerà su quelli avvolti da un’atmosfera, studiandone temperatura, pressione e composizione chimica. Fra questi pianeti, i più grandi e brillanti saranno ulteriormente oggetto di esame per la comprensione dell’evoluzione atmosferica e dei fenomeni climatici, come i venti.
Il GAL Hassin partecipa al programma osservativo internazionale ExoClock di ARIEL che coinvolge 75 osservatori in tutto il mondo per conoscere con grande accuratezza le caratteristiche dei transiti dei pianeti extrasolari davanti alla loro stella madre.
Trasiti di pianeti extrasolari osservati
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