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Ecco il piano di lavoro del “James Webb Telescope”, il successore di “Hubble”

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di Piero Bianucci, scrittore e giornalista scientifico

Mentre il telescopio spaziale “Hubble”, incurante dell’età veneranda, continua a esplorare l’universo, si definisce il piano di lavoro del suo successore, il “James Webb Telescope” (disegno Nasa), che dovrebbe partire nel 2018 dopo aver accumulato un decennio di ritardo. Gli obiettivi principali saranno le galassie più lontane, i pianeti extrasolari, gli oggetti della Fascia di Kuiper e i pianeti esterni del sistema solare – Giove, Saturno. Urano, Nettuno e le loro lune, alcune delle quali sono particolarmente interessanti (Europa luna di Giove, Enceladus luna di Saturno) per la probabile esistenza di acqua liquida sotto la loro crosta ghiacciata.

Le scelte sono guidate dalle caratteristiche del telescopio (6,5 metri di apertura con specchio a 18 tasselli dorati, ottimizzato per l’infrarosso), dai quattro strumenti utilizzabili sul piano focale dello strumento e dalla collocazione del telescopio in un punto di Lagrange a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. La finestra dell’infrarosso è particolarmente adatta a cogliere la formazione di stelle e di sistemi planetari, le galassie più antiche risalenti a poco dopo il Big Bang, le nubi di polveri in galassie vicine e remote.

I temi di studio citati riguardano solo il tempo assegnato alle Guaranteed Time Observations, pari al 10 per cento del totale. Il primo ciclo di osservazioni sarà di 8700 ore. La comunità scientifica potrà contendersi il 90 per cento del tempo disponibile presentando progetti di ricerca entro la fine del 2017. “Hubble” dovrebbe andare in pensione nel 2020. Il “James Webb Telescope”, frutto di una collaborazione Nasa, Esa e Csa, promette prestazioni cento volte migliori.

Altre informazioni: https://www.jwst.nasa.gov/