Cerere Ferdinandea, il primo asteroide scoperto “tra le stelle”, un omaggio che fece l’astronomo Giuseppe Piazzi alla Sicilia e al suo sovrano Ferdinando III. Era il 1801. Era veramente grande, il più grande tra tutti i corpi poi osservati nella Fascia Principale degli Asteroidi tra Marte e Giove. Ed è al GAL Hassin la scoperta di un Near-Earth Asteroid (NEA), un asteroide della classe Amor, con un’orbita completamente esterna a quella terrestre ma all’interno dell’orbita di Marte. Il protagonista di questa storia è 2025 QK3, il primo asteroide NEA scoperto in Sicilia e che arriva dopo quasi vent’anni da 2011 UU106, ultimo NEA scoperto in Italia il 15 ottobre 2006 dal Gruppo Astrofili della Montagna Pistoiese (GAMP) a San Marcello Piteglio. In assoluto, il primo NEA italiano denominato 1994 QC fu scoperto da Maura Tombelli dell’Osservatorio Beppe Forti di Montelupo Fiorentino e dall’astronomo Andrea Boattini il 28 agosto 1994 sempre a San Marcello.
Per due giorni 2025 QK3 è stato WMT0001, mostrandosi come un pallino in tre campi di cielo che il telescopio a grande campo Wide-field Mufara Telescope (WMT) su Monte Mufara (1865 m, Piano Battaglia) aveva campionato nelle notti del 21 e del 22 agosto 2025. Un nome provvisorio per indicare un asteroide mai visto prima. Con grande tenacia, trattandosi di un oggetto estremamente veloce, è stato seguito dalle ore 22:00 fino alle 3:00 del mattino per definire con maggiore precisione i parametri della sua orbita. La mattina del 23 agosto, dopo che l’asteroide era stato confermato da una rete di osservatori specializzati in tutto il mondo, il Minor Planet Center (MPC) diramava la circolare ufficiale della scoperta, MPEC 2025-Q106, Con questa, WMT0001 diventava ufficialmente 2025 QK3. È stato scoperto in una posizione piuttosto favorevole, in quanto è attualmente in avvicinamento alla Terra. Raggiungerà la sua minima distanza tra le ore 24.00 del 26 agosto e le ore 7.00 della mattina del 27 agosto 2025.

Il team che ha portato a frutto questo risultato è eterogeneo e mostra come la collaborazione sia fondamentale: Alessandro Nastasi e Sabrina Masiero astrofisici della Fondazione GAL Hassin; Riccardo Furgoni, docente del Polo Universitario mantovano e collaboratore del programma di ricerca astrometrica del GAL Hassin; Alessio Squilloni e Francesco Cheli fisici dell’Osservatorio Astronomico Beppe Forti di Montelupo Fiorentino.
L’asteroide 2025 QK3 ha un periodo orbitale, ossia descrive un’orbita intorno al Sole, in 1,2 anni, pari a 435 giorni e presenta un’orbita inclinata di 24 gradi sul piano dell’eclittica, ossia sul piano dell’orbita terrestre, risultando estremamente inclinato rispetto agli asteroidi di Fascia Principale. Solo il 26 agosto 2081 si ripresenteranno le medesime condizioni geometriche di questi giorni e l’asteroide scoperto dal GAL Hassin ritornerà nel suo punto di massimo avvicinamento alla Terra. Si stima una dimensione tra i 30 e i 60 metri di diametro, ossia confrontabile con l’asteroide dell’evento Tunguska, avvenuto nel 1908. Dai dati a disposizione, l’asteroide non è in rotta di collisione con la Terra, né è catalogato tra gli asteroidi pericolosi.

“È un importante contributo alla ricerca astrofisica italiana e mondiale nell’ambito di oggetti potenzialmente pericolosi” dice Giuseppe Mogavero, Presidente dalla Fondazione GAL Hassin, “Era del tutto prevedibile, anzi, eravamo certi che le performance di uno straordinario strumento, il WMT, e la professionalità dei ricercatori avrebbero portato a risultati di eccellenza”.
Il numero di scoperte di asteroidi è incrementato in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni: oggi si contano quasi 1.500.000 oggetti nella regione tra Marte e Giove: ogni anno ci sono circa 3000 oggetti in più nella classe dei Near-Earth Object (NEO), ossia asteroidi e comete di tipo Near-Earth. La procedura per la ricerca di questo tipo di oggetti non è per niente facile, anche se risulta piuttosto semplice da un punto di vista concettuale. Oggi servono strumenti estremamente veloci nella ricerca di corpi che si muovono rapidamente nel campo di vista del telescopio e che riescano a individuare quelli debolissimi, che sono i più difficili da scoprire: la scoperta di un oggetto asteroidale deve idealmente avvenire con la massima anticipazione possibile, impegnandosi poi attivamente per descrivere nel modo più preciso possibile l’orbita.
Pur disponendo di strumenti all’avanguardia, per raggiungere questo risultato il GAL Hassin ha dovuto sviluppare non solo una efficace strategia osservativa, ma anche un’analisi dei dati con un approccio ad “alta intensità” attraverso un metodo di calcolo intensivo, chiamato synthetic tracking, in grado di potenziare significativamente le prestazioni del WMT, sia dal punto di vista della sensibilità sia nella possibilità di discriminare tra debolissimi segnali candidati ad essere approfonditi. Con un tempo di risposta di pochi minuti il team ha avuto modo di seguire in tempo reale l’oggetto appena identificato consentendo a tutti gli altri osservatori di “non perderlo di vista”. E di non perderlo per sempre.
Questa scoperta conferma anche che il GAL Hassin, già parte di una rete di “risposta rapida” alle potenziali minacce cosmiche al nostro pianeta, è in grado di rispondere con grande rapidità a questo tipo di situazioni ponendosi come un rilevante asset nella ricerca scientifica italiana.

Il WMT è un telescopio prototipo mondiale costruito dall’azienda vicentina Officina Stellare, un grande campo con specchio principale di 1 metro e 5 lenti che consentono di osservare uno spazio di cielo pari a 25 volte la luna piena, consentendo di ottenere risultati eccezionali nello studio di oggetti transienti, ossia corpi che variano velocemente la loro luminosità e la loro posizione nello spazio e nel tempo. È uno strumento di ultima generazione, estremamente competitivo con le tre grandi survey americane nella ricerca di asteroidi: il Catalina Sky Survey (CSS), progetto finanziato dalla NASA e coordinato dal Planetary Defense Coordination Office; Pan-STARRS (Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System), composto da due telescopi da 1,8 metri di diametro e collocati sulla cima dell’Haleakala nell’Isola di Maui, Hawaii; ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), dell’Università delle Hawaii e finanziato dalla NASA con quattro telescopi, due nelle Hawaii, uno in Cile e l’altro in Sud Africa.

E il fatto importante è che il telescopio a grande campo del GAL Hassin viene oggi utilizzato dalle nuove generazioni di astrofisici. Giovani studenti di fisica e astrofisica con grande professionalità e competenza acquisita in anni di pratica e di notti osservative, ma anche con grande tenacia, passione e perseveranza si avventurano negli spazi siderali alla ricerca di oggetti mai visti prima. È questo un obiettivo che il GAL Hassin ha sempre portato avanti fin dalla sua nascita. in linea con quanto diceva Isaac Newton, il padre della gravitazione universale che, con una formidabile metafora parlava di come funziona il metodo scientifico, “se abbiamo visto lontano è stato perché seduti sulle spalle dei giganti”.
Link utili:
– Circolare del Minor Planet Center MPEC 2025-Q106
– The Astronomical Union – Minor Planet Center: le caratteristiche dell’asteroide 2025 QK3 scoperto con il WMT sul sito del Minor Planet Center (MPC)
– Small-Body Database Lookup (JPL-NASA): caratteristiche dell’asteroide 2025 QK3 scoperto con il WMT sul sito del JPL della NASA
– Catalina Sky Survey – Lunar & Planetary Laboratory
– Pan-STARRS – Institute for Astronomy
– ATLAS