Non succede a tutti. A me è capitato alcuni anni fa quando, da giovanissima, ho avuto la possibilità di visitare un centro in cui si fa ricerca astrofisica. Il GAL Hassin. E’ stato un momento cruciale nella scelta del percorso da intraprendere. Stavo per iniziare il terzo anno del liceo scientifico e già cominciavo ad appassionarmi all’astronomia e alla fisica in generale. La mia prima volta fu in occasione dell’inaugurazione, l’11 settembre 2016. Ne rimasi affascinata e il Centro divenne un punto di riferimento per me. Da quel momento sono tornata più volte al GAL Hassin, sia con la scuola che da sola, spesso anche con gli amici.
Mi sono iscritta al corso di studi in Fisica presso l’Università degli Studi di Palermo tre anni fa e quest’anno, al momento di scegliere l’ente presso cui svolgere il tirocinio curriculare, non ho avuto alcun dubbio. Ho inviato una mia richiesta, un messaggio in cui mi presentavo brevemente, con allegato il curriculum vitae, dicendo di conoscere molto bene il Centro. Non ero sicura che mi avrebbero accettata, invece la risposta è stata tempestiva. Dopo solo qualche ora Sabrina Masiero mi aveva già risposto, con una proposta dettagliata di tirocinio. Così è iniziata la mia esperienza al GAL Hassin.
Il programma era così ricco da non potersi esaurire nelle 50 ore previste dal piano di studi e stimolava la mia curiosità e la voglia di acquisire nuove competenze, alcune delle quali non le avevo previste, come la comunicazione scientifica e l’aspetto informatico legato all’uso della strumentazione telescopica. La mia idea iniziale, infatti, era di fare ricerca, poi però ho fatto anche molto altro!
La mia attività di tirocinio si è sviluppata, quindi, in due parti: da una parte, l’attività di ricerca, incentrata soprattutto sull’osservazione e monitoraggio degli asteroidi, la costruzione delle curve di luce dei pianeti extrasolari e sull’utilizzo di software, alcuni dei quali sviluppati dal personale del GAL Hassin; dall’altra, la comunicazione scientifica, non solo le attività didattico-divulgative ma anche scrivere un articolo scientifico, raccontare la scienza e conoscere i social. Mi hanno seguita in questo percorso Sabrina Masiero e Alessandro Nastasi.
È stato incredibile poter mettere in pratica argomenti che avevo studiato teoricamente nei corsi universitari e, al contempo, scoprire aspetti nuovi. Ho potuto così sperimentare come si monitorano gli asteroidi e come si studiano le curve di luce durante un transito. Ho imparato a puntare con un telescopio e a osservare il Sole, ma anche come si lavora in un planetario digitale, utilizzando nuovi programmi e software per la ricerca e la comunicazione scientifica.
Una delle cose che più mi ha emozionato è stata lavorare “dietro” le quinte di quei posti che avevo visitato così tante volte scoprendo, ad esempio, come si utilizza un planetario digitale estremamente complesso e facendolo in prima persona. Ho potuto vivere a 360 gradi un Centro di ricerca interagendo con persone che un giorno saranno i miei colleghi.
Non tutto è stato facile. Scrivere, raccontare le emozioni che suscita il cielo, trovare le giuste strategie comunicative è davvero faticoso, ma tutto questo mi ha dato la possibilità di mettermi alla prova. Soprattutto, lavorare nell’ambito di nostro interesse è di grande aiuto sia per approfondire la nostra formazione sia per capire se la strada intrapresa è quella giusta.
Il mio suggerimento è di fare quanta più esperienza possibile sul campo, al di là delle ore di tirocinio!